Sapevi che puoi ridurre i
costi di stampa facendo scelte di design intelligenti? Sebbene questi risparmi
possano sembrare millesimali, possono sommarsi rapidamente per una produzione
completa di etichette.
Ecco una serie di
suggerimenti per ottimizzare il tuo budget senza sacrificare l’estetica e la
qualità.
Etichette dal design minimalista
Il minimalismo è una scelta
progettuale che abbraccia la semplicità, utilizzando un numero essenziale di
elementi per creare un aspetto pulito e sofisticato.
È di tendenza in vari
settori, dall’arredamento alla moda, e non ultimo il design di etichette.
Una grafica più snella da stampare permette di ridurre il consumo di inchiostro.
Per creare etichette minimaliste segui questi quattro principi:
I clienti ricevono fino a
10.000 messaggi promozionali al giorno ma ne memorizzano solo una parte.
Se li semplifichi, possono
capire più rapidamente e facilmente se il tuo prodotto è adatto alle loro preferenze.
Identifica ciò che è più comunicativo
per il tuo prodotto ed evidenzia solo quello. Meno parole, meno elementi di
design affollati e persino un’etichetta più piccola per rappresentare il tuo
prodotto possono contribuire ad una riduzione dei costi di stampa.
2.Aggiungi spazio bianco
Il minimalismo adotta molto spazio bianco. Il tuo spazio bianco non è spreco di opportunità, è lo spazio organizzativo per il tuo design.
Indirizza l’attenzione sul messaggio fondamentale del tuo prodotto e consente di risparmiare sui costi di inchiostro e toner.
Se il bianco non si addice
al tuo prodotto, aggiungi invece un tocco di colore.
La chiave qui è usare il
colore in modo efficiente e mirato. Usarne troppo crea una giostra chiassosa e
confusa, dosarlo può aiutare ad attirare l’attenzione sugli elementi più
importanti.
Ciò può massimizzare
l’impatto e ridurre il consumo di inchiostro o toner.
4. Usa la tipografia per comunicare
La tipografia e i caratteri
possono comunicare tanto quanto la grafica e le parole, ma in molto meno spazio,
inviando ai clienti scie emozionali.
Quindi, scegli la tua
tipografia col cuore.
Le scelte che fai possono diffondere particolari toni, parlare a un determinato pubblico, comunicare sfumature uniche sul tuo prodotto e convincere il cliente ad acquistare il tuo prodotto.
Le etichette adesive
frontali tradizionali non sono l’unica opzione per il marchio del prodotto. Le
opzioni creative possono farti risparmiare materiale e costi di stampa e
aiutarti a distinguerti sullo scaffale.
Chiudi buste, bollini, cartellini, ad esempio, sono un metodo di etichettatura alternativo e appariscente.
Prova l’anteprima con una bozza di stampa
Niente spreca più denaro di
un lotto di etichette andato storto.
Prima di stampare l’intero
set di etichette, è preferibile stampare alcuni campioni e provarli sulla
confezione. In questo modo potrai verificare se c’è qualcosa da modificare nei
testi, nella grafica, nella precisione del colore, nella distribuzione globale
del layout.
Per le bozze è consigliabile impostare la stampante in bassa qualità che impiega quantità di inchiostro minori. Il documento stampato sarà più sbiadito ma comunque efficace per la valutazione.
Stampa solo il numero di etichette che ti occorre
È importante tenere conto
delle potenziali modifiche normative quando si stampano grandi quantità di
etichette.
Alcune categorie di prodotti
possono essere più inclini a modifiche normative. Nel settore cosmetico e
alimentare gli ingredienti possono cambiare senza minimo preavviso e ci si
ritrova con un mucchio di etichette inutilizzabili.
Un servizio di stampa esterno
obbliga a un minimo d’ordine comunque elevato per aziende con medie produzioni,
e ritrovarsi 20.000 etichette quando in realtà ne servivano solo 10.000 è una
falsa economia.
La scelta economicamente più vantaggiosa è rendersi autonomi nella produzione di etichette.
Una grafica intelligente permette di risparmiare sul costo di proprietà globale dell’etichettatura dei prodotti, a partire dall’ acquisto della stampante, che non va sovradimensionata rispetto alle proprie reali esigenze, fino alla gestione dei costi dei materiali di consumo.
Se ti occorre una consulenza completa e specializzata, chiamaci
Si parla molto di tecnologia RFID implementata in diversi settori: produzione, trasporto e logistica, farmaceutica, abbigliamento e cosmesi ognuno dei quali ha esigenze differenti per dimensioni di etichette e distanza di lettura.
I più importanti costruttori producono antenne, chiamate
inlay, da applicare alle etichette con dimensione e forme differenti per
adattarsi a qualsiasi esigenza del cliente.
Una fondamentale valutazione da considerare nel
dimensionamento di un’etichetta RFID è la distanza di lettura che si vuole
ottenere: maggiore è la superficie dell’antenna e più grande sarà la distanza di lettura.
Un tag RFID è composto da tre componenti:
il chip, cioè il componente elettronico in cui
sono memorizzati i dati;
l’antenna, cioè l’elemento che permette al
chip di ricevere e trasmettere i dati ad un lettore;
il supporto, cioè il materiale che sostiene e
protegge il chip e l’antenna. Questo supporto può essere ad esempio
un’etichetta adesiva, un bracciale o un tag robusto per applicazioni
industriali.
In questo articolo analizziamo alcuni esempi di antenne della Avery Dennison utilizzate per differenti settori, evidenziandone la dimensione e la relativa distanza di lettura.
Cosmetica e gioielleria
Sicuramente un settore dove vengono utilizzate le dimensioni più piccole per le antenne è la cosmetica e la gioielleria dove la lettura di tag RFID avviene a distanze ridotte anche con l’ausilio di dispositivi portatili.
UHF RFID Inlay: AD-172u7, dimensione 22 x 12.5 mm, distanza massima di lettura 2 m
UHF RFID Inlay: AD-320u7, dimensione 41.4 x 16 mm, massima distanza di lettura 5 m
Settore Farmaceutico
Nel settore farmaceutico la dimensione dell’etichetta RFID deve adattarsi alle confezioni e a contenitori cilindrici che hanno forme e dimensioni variegate.
UHF RFID Inlay: AD-160u7, dimensione 60 x 4 mm, massimo distanza di lettura 12 m.
UHF RFID Inlay: AD-850m4QT, diametro 10.3 mm, distanza massima di lettura 1 m
Aeroportuale
Sicuramente la rintracciabilità dei bagagli per la gestione aeroportuale necessita di antenne molto performanti perché i nastri trasportatori per lo smistamento dei bagagli scorrono velocemente e la lettura deve essere a distanze elevate garantendo un errore pari a zero.
UHF RFID Inlay: AD-553u8, dimensione 38 x 76 mm, massima distanza di lettura 18 m.
UHF RFID Inlay: AD-373u7XM, dimensione 53 x 19 mm, massimo distanza di lettura 7 m.
Automobilistico
Il settore automobilistico sicuramente è stato uno dei primi ad implementare soluzioni RFID per la tracciabilità dei componenti.
Nell’automotive la distanza di lettura e la prestazione sono
due parametri che devono essere
accuratamente dimensionati per ottimizzare l’efficienza del processo di
produzione e assemblaggio, con una riduzione degli errori e di conseguenza dei
costi.
UHF RFID Inlay: AD-226iM, dimensione 95 x 8.15 mm, massimo distanza di lettura 9 m.
UHF RFID Inlay: AD-661r6, dimensione 90 x 19 mm, massimo distanza di lettura 14 m.
Trasporti e logistica
In questo settore possiamo utilizzare etichette di maggiori dimensioni e le distanze di lettura sono fondamentali per ottimizzare i processi, considerando che le etichette verranno lette sia da lettori fissi che manuali.
UHF RFID Inlay: AD-229r6, dimensione 95 x 8.3 mm, massimo distanza di lettura 15 m.
UHF RFID Inlay: AD-237r6, dimensioni 70 x 14.5 mm, massimo distanza di lettura 12 m.
Sul mercato troviamo
etichette della stessa dimensione, ma con inlay differenti che inevitabilmente
hanno prestazioni e costi diversi: selezionare l’etichetta RFID giusta per la
tua applicazione richiede un’analisi accurata di tutti i requisiti.
Se hai la necessità di implementare un nuovo progetto
RFID contattaci ai nostri riferimenti per studiare insieme a noi la soluzione più adatta alle tue esigenze
Se lavori con uno smartphone o un tablet Android o Apple
e hai la necessità di leggere
frequentemente i codici a barre, utilizzare la fotocamera del tuo dispositivo
non è una soluzione efficiente.
Quando uno smartphone viene utilizzato come scanner si
utilizza un’applicazione che consente al telefono di scansionare i codici
utilizzando la fotocamera.
Gli smartphone non hanno un motore di scansione e
un gruppo ottico dedicato alla specifica attività di scansione dei codici e
quindi possono avere difficoltà a leggere i codici in diverse situazioni.
Una soluzione efficace e l’utilizzo di datacollector o
companion scanner, lettori appositamente
progettati per essere facilmente collegabili con il tuo smartphone o tablet
attraverso una connessione Bluetooth.
Sono lettori piccoli e potenti, si adattano perfettamente al
palmo della tua mano o possono essere portati al collo con un laccetto oppure calzati
sul dito come un anello per lavorare a mani libere.
Gli scanner di codici a barre sono più veloci in termini di prestazioni e più affidabili di uno smartphone.
Sono progettati per letture intensive, a differenza
di quest’ultimo che esegue più attività alla volta riducendo i livelli di
efficienza e scaricando velocemente la
batteria del tuo smartphone.
Inoltre, con uno smartphone è difficile leggere codici a barre
piccoli, densi, lontani, illuminati male.
Con un tablet o un telefono saranno più le volte che non leggi il
codice, che quelle che riuscirai a scansionarlo e con un tempo di scansione
molto più lungo di quello di un lettore barcode.
Facciamo una panoramica dei modelli più diffusi che
possono aiutarti a svolgere il tuo lavoro in modo efficiente e in completa
mobilità.
OPN-2006
L’OPN-2006 è un lettore Bluetooth che legge i codici 1D.
Si associa velocemente tramite connessione Bluetooth
ad uno smartphone o tablet sia Android che Apple o a un PC.
L’eccellente motore di scansione laser 1D garantisce la
possibilità di 100 scansioni al secondo.
È uno scanner affidabile e veloce, facile da
utilizzare che semplifica il lavoro di
chi deve scansionare frequentemente i codici a barre.
OPN-3002
Se devi leggere non solo i codici 1D (quelli
rappresentati da barre e spazi bianchi) ma anche codici 2D, tipo il QRCode,
allora il modello OPN-3002 è quello giusto.
È leggero e si adatta facilmente in tasca o portato
al collo con un laccetto e consente il trasferimento dei codici in tempo reale
al tuo smartphone tramite connessione Bluetooth
L’OPN-3002 è un potente scanner 2D dotato di una
batteria ad alta capacità in modo che lo scanner possa durare ore.
L’uso dell’OPN-3002 è semplice e immediato. Un
pulsante per scansionare il codice a barre e un pulsante per correggere
eventuali errori commessi, entrambe le azioni forniscono un feedback visivo
RS-2006 scanner da dito
Questo scanner ad anello è progettato per essere inserito
al dito lasciando la libertà di lavorare a mani libere.
L’RS-2006 è uno scanner ad anello che si adatta
perfettamente al dito, con il pulsante di attivazione a portata di pollice,
quindi è necessario un solo dito per attivare lo scanner.
La cinghia per le dita è regolabile e pertanto il
lettore può essere indossato sulla mano sinistra o destra.
Dispone di Bluetooth 4.0 e Bluetooth Low Energy per
garantire un rapido trasferimento dei dati in tempo reale su qualsiasi dispositivo.
È uno scanner robusto ed è estremamente leggero:
pesa solamente 42 grammi.
Esegue la scansione di tutti i codici a barre 1D e
può connettersi via Bluetooth a qualsiasi dispositivo Windows, Android e Apple.
CS4070
Il CS4070 è un lettore wireless che legge codici a
barre 1D, 2D e PDF417, stampati su etichette cartacee o visualizzati su
telefoni cellulari o schermi di computer.
Basato sugli standard Bluetooth, il CS4070 funziona
con tutti i tablet, smartphone e PC.
Inoltre, il chip MFI integrato e la certificazione
Apple assicurano la compatibilità con i dispositivi mobili Apple quali iPhone e
iPad.
Non solo il CS4070 è uno dei dispositivi più piccoli e
leggeri della sua categoria, ma è anche progettato per consentire
un’impugnatura naturale e garantire un uso confortevole per tutta la giornata
nelle applicazioni di scansione più impegnative.
Se vuoi scegliere insieme a noi il lettore più adatto
alle tue esigenze contattaci
La stampa termica esiste da decenni, eppure molte
convinzioni sbagliate su questo metodo di stampa comportano una non corretta
comprensione della tecnologia e soprattutto
la scelta sbagliata delle etichette.
In questo articolo cerchiamo di fare chiarezza sui
concetti di base della stampa a trasferimento termico, cercando di comprendere
il funzionamento di un metodo di stampa versatile, veloce ed economico
Stampanti Zebra ZD420
# 1 – Tutte le stampanti termiche sono
uguali
Esistono in realtà due tipi di stampanti termiche:
termica diretta
trasferimento termico.
Entrambe utilizzano il calore della testina per generare una stampa, ma lo fanno usando metodi differenti.
Le stampanti termiche dirette utilizzano carta termica o
materiale sintetico termico che cambia colore quando viene riscaldato.
Questo significa che le stampanti termiche dirette, a
differenza di altre tecnologie di stampa, non richiedono alcuna fonte di
inchiostro aggiuntiva, rendendole la scelta migliore da chi deve stampare
etichette per le spedizioni, peri laboratori di analisi e per tutte quelle
applicazioni che richiedono un’etichetta con un ciclo di vita breve.
SATO WS2 stampante termica diretta
Una stampante termica diretta è semplice da utilizzare,
veloce ed ha costi contenuti.
Le stampanti a trasferimento termico invece stampano
usando un nastro d’inchiostro, chiamato anche ribbon. La testina di stampa
applica calore al nastro per trasferire l’inchiostro dal nastro all’etichetta.
La scelta del metodo di stampa più idoneo dipende dall’applicazione specifica: le etichette a trasferimento termico offrono una maggiore resistenza agli agenti chimici e atmosferici, mentre le etichette in materiale termico sono adatte per applicazioni con durata limitata nel tempo.
# 2 – Le etichette a trasferimento termico
sono più resistenti
Si presume spesso che la resistenza delle etichette a
trasferimento termico sia indipendente dal materiale delle etichette.
Esiste un’ampia gamma di materiali adatti alla stampa a trasferimento termico, sia in carta che in
materiali sintetici.
La resistenza di un’etichetta dipende da molteplici
fattori che devono essere valutati in base all’applicazione e alle condizioni a
cui verrà sottoposta.
Un’etichetta in carta se utilizzata in presenza di acqua
o altro liquido si bagnerà compromettendo l’integrità e la leggibilità dei dati.
Quindi anche utilizzando una stampante a
trasferimento termico non otterrai un’etichetta resistente ai liquidi
La resistenza e la durata dell’etichetta dipendono dal
materiale scelto e dall’adesivo, che devono essere selezionati in relazione
alla specifica applicazione.
Un’etichetta che resiste a condizioni atmosferiche sfavorevoli,
non è la stessa che puoi utilizzare per applicazioni criogeniche o per prodotti
chimici, solventi o detergenti.
# 3- Tutti i nastri a trasferimento sono uguali
Il nastro a trasferimento termico viene prodotto in diverse qualità che possiamo
raggruppare in tre categorie principali
Ribbon cera
Ribbon cera-resina
Ribbon resina
Ci sono inoltre
formulazioni particolari adatte ad applicazioni che richiedono una resistenza
della stampa a specifici solventi e
sostanze chimiche aggressive oppure a lavaggi industriali o a
temperature molto elevate
La qualità più idonea deve essere selezionata in base
al materiale dell’etichetta e alla durata/resistenza della stampa che si vuole
ottenere.
I ribbon sono prodotti in diverse misure sia in
larghezza che in lunghezza e il confezionamento dipende dal modello di
stampante utilizzato.
Quindi se hai una stampante a trasferimento termico e
devi ordinare dei ribbon ricordati di specificare marca e modello della
stampante che utilizzi.
# 4 – Le etichette a trasferimento termico si
attaccano a qualsiasi superficie
Non tutti i materiali sono uguali quando si tratta di
etichette a trasferimento termico.
Una stampa a trasferimento termico rimarrà leggibile a
lungo, ma l’adesivo determina se l’etichetta rimarrà saldamente attaccata sulla
superficie di applicazione.
Esistono collanti specifici per il freddo, per il caldo,
ma anche per superfici irregolari o rugose o progettati per resistere a solventi
aggressivi come xilene, toluene e alcol
# 5 – Le stampanti a trasferimento termico
sono più costose
Esistono modelli desktop per bassi volumi di stampa e
modelli di classe semi-industriale o industriale per elevati volumi di stampa e
per gli ambienti più ostili, dove è presente polvere e umidità.
Il prezzo per una stampante a trasferimento termico può
variare da 250-300 euro fino a migliaia di euro ,in funzione del modello, della
configurazione e di eventuali accessori
come taglierina, spellicolatore o riavvolgitore.
La tecnologia di stampa a trasferimento termico si
contraddistingue per la sua affidabilità, velocità di stampa e per il costo/
stampa assolutamente conveniente rispetto
ad altri metodi di stampa.
È la tecnologia più diffusa per stampare dati variabili
e codici a barre.
In conclusione
Frequentemente con il termine “stampante termica” si denotano
sia stampanti termiche dirette che stampanti a trasferimento termico.
In realtà le 2 tecnologie di stampa sono differenti,
offrono caratteristiche e materiali di stampa specifici e se si vuole ottenere
un risultato di etichettatura efficace per la propria applicazione è
fondamentale non confondere le due metodologie di stampa.
Le caratteristiche principali che hanno contribuito
alla rilevante diffusione di stampanti a trasferimento sono:
velocità
qualità di stampa eccellente di testi grafica e codice
a barre
scelta ampia e versatile dei materiali di stampa
basso costo stampa
stampa in funzione del fabbisogno
produzione di modelli idonei a qualsiasi esigenza
operativa (desktop, industriali, semi-industriali, per integrazione sulle
linee, portatili)
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Ci sono diverse strategie che puoi fare per far risaltare il tuo prodotto sugli scaffali.
Investire in imballaggi fantastici è uno di questi.
Le forme affusolate possono attrarre l’attenzione del cliente e creare una silhouette esclusiva per il tuo prodotto.
Questa forma può aggiungere visibilità sullo scaffale a vasi di marmellata, sott’olio, conserve, tonno.
Il settore cosmetico è decisamente all’avanguardia per i contenitori speciali.
Etichettare queste confezioni fuori standard richiede un impegno particolare, ma non impossibile.
Vediamo come funzionano le superfici coniche e i modi in cui le etichette possono aderire in simbiosi con la forma della tua confezione.
Che cos’è un cono?
La conicità (tapering) è la “graduale diminuzione della larghezza in un oggetto allungato”. Quando un oggetto non è perfettamente cilindrico si dice che è rastremato.
Immagina le bottiglie di shampoo, i vasi e le tazze di caffè che maneggi ogni giorno. Tutti hanno una cosa in comune: le cime più larghe delle basi o viceversa.
Come faccio a sapere se il mio contenitore è rastremato?
Se non è evidente la valutazione ad occhio nudo, è possibile eseguire un semplice test.
Per prima cosa, metti la tua confezione contro qualcosa di certamente dritto o piatto. L’opzione più semplice è quella di sdraiarla sul tavolo, oppure metterla in piedi accanto a un righello.
Se il contenitore e la superficie di riferimento piatta
non sono a filo in ogni punto, c’è rastremazione.
Esistono diversi tipi di rastremazione?
Oltre al grado di conicità, alcune bottiglie hanno curvature multiple e risultano bombate.
Non esiste un modello di etichetta conica o affusolata standard, e va progettata specificatamente per il contenitore adottato.
In questo articolo analizzeremo il tipo più comune: il cono semplice.
Cosa succede senza etichette affusolate?
Quando si tenta di etichettare un oggetto affusolato con
un’etichetta rettangolare, si ottiene un risultato tutt’altro che ideale.
Nella migliore delle ipotesi potresti finire con un’inclinazione diagonale alla fine dell’etichetta, o imbatterti nel “contrassegno” o rigonfiamento, la piegatura che si verifica quando un’etichetta non si adatta correttamente.
Come si etichetta un contenitore o una bottiglia conici?
Puoi etichettare una superficie affusolata in tre modi:
1 # Scegliere un’etichetta più piccola che non accentuerà la curvatura.
Un’etichetta che non si estenda troppo attorno all’imballaggio, sia in verticale che in orizzontale minimizza l’effetto del tapering.
Tuttavia, ciò limita la quantità di spazio per mostrare il tuo marchio, descrivere il tuo prodotto e includere tutte le informazioni normative necessarie.
2 # Diventare creativi con i formati di etichette tradizionali.
Se vuoi integrare un’etichetta standard su un contenitore conico, prova un posizionamento, una forma o una direzione diversi e vedi se ti piace il risultato. Tentar non nuoce!
3 # Ordinare etichette affusolate di dimensioni personalizzate
Le etichette complete o a mezzo busto offrono maggior spazio per comunicare e possono indicare alta qualità ai tuoi consumatori. In questo caso è necessario calcolare il grado di rastremazione e progettare un’etichetta idonea.
Come si genera un’etichetta conica semplice?
Dovrai prendere poche misure, un righello normale non ti
aiuterà.
Avrai bisogno di un righello flessibile (come quello
delle sarte), oppure puoi segnare le grandezze su un filo per poi misurarle col
righello ordinario.
Prendi il tuo contenitore e individua a che altezza vuoi
posizionare esattamente la tua etichetta, marcalo con dei segni di matita.
Poiché la larghezza del contenitore cambia gradualmente, è importante misurare esattamente dove deve posizionarsi l’etichetta, altrimenti le tue misurazioni potrebbero essere errate.
Annota le seguenti misure:
Circonferenza superiore
Misura tutto intorno il contenitore nella posizione in cui desideri posizionare la parte superiore dell’etichetta.
Circonferenza inferiore
Misura intorno al contenitore dove vuoi che si trovi il
fondo dell’etichetta.
Altezza dell’etichetta
Misura la distanza tra la circonferenza superiore e la
circonferenza inferiore.
Inserisci le misure fondamentali nel seguente link:
Quanto vuoi che l’etichetta avvolga il tuo contenitore?
Usa il 100% per una copertura completa e fino al 120% per sovrapporre
l’etichetta in chiusura su sé stessa.
Usa valori inferiori a 50% per generare un’etichetta da
un lato solo del contenitore.
Raggio dell’angolo
Vorresti angoli squadrati o arrotondati? Per il quadrato, immettere 0. I numeri più alti aumentano la curvatura agli spigoli dell’etichetta.
Di convertitori conici online per etichette affusolate ne esistono vari.
Questo seguente è ancora più snello del precedente, fornisce però meno variabili da poter scegliere:
Stampa la tua etichetta su un foglio di carta bianco.
Nota: alcuni visualizzatori di PDF possono ridimensionare il disegno durante la stampa. Per ottenere una stampa realistica assicurati di selezionare “Dimensioni effettive” o deseleziona “adatta alla pagina”.
Ritaglia la tua forma e testala sul tuo contenitore.
Se si adatta correttamente, hai vinto al primo tentativo!
Se è necessario un perfezionamento, regola i numeri sopra per generare un nuovo
modello di etichetta conica personalizzata.
A questo punto hai il file (in formato Adobe Reader o
PDF) da fornire al tuo produttore di etichette.
Come adattare la grafica a questa forma conica di
etichetta?
Ora che hai ottenuto la forma perfetta dell’etichetta per
il tuo contenitore conico devi creare una grafica che si adatti correttamente.
Non puoi creare una grafica come faresti per le etichette rettangolari o quadrate altrimenti le informazioni stampante non appariranno dritte.
Bisogna creare una linea di demarcazione curva per il tuo layout, e soprattutto ogni linea grafica o di testo al suo interno deve essere adattata alla nuova forma.
Solo così otterrai che, una volta attaccata l’etichetta al
contenitore, tutto apparirà magicamente dritto!
Vuoi stupire i
tuoi clienti con le etichette dei prodotti affusolate?
Contattaci oggi per parlare con un nostro esperto del tuo
progetto.
Datalogic, leader nel settore dell’automazione industriale e l’acquisizione automatica dei dati, ha introdotto i nuovi prodotti con tecnologia di ricarica wireless.
La ricarica wireless è disponibile sui palmari Memor 20, Memor 10, Memor 1 e sui lettori di codici a barre Gryphon serie 4500
Il sistema di ricarica wireless di Datalogic elimina i
contatti e i pin della batteria, che spesso si sporcano, si piegano o si
rompono nel tempo – e questo elimina un punto chiave di guasto dei dispositivi
utilizzati.
Come noto, i contatti di ricarica sono tra le cause più
frequenti di guasti hardware nelle aziende.
Le procedure di manutenzione e pulizia del sistema di
ricarica di routine possono essere evitate, il che significa tempi di fermo
inferiori.
Il sistema di ricarica wireless di Datalogic è anche più
veloce delle soluzioni di ricarica tradizionali.
La ricarica della batteria avviene in modo rapido e
sicuro senza sollecitare eccessivamente contatti, pin e cavi.
Per i dispositivi utilizzati in modo continuo questo rappresenta
un grande vantaggio operativo.
In sintesi, quali sono i vantaggi di una ricarica wireless?
Ricarica rapida, vantaggio che riduce la necessità di acquistare batterie aggiuntive
Eliminazione della manutenzione e della pulizia dei contatti della base di ricarica
Maggiore durata del prodotto, poiché i contatti delle basi di ricarica sono un punto debole dei dispositivi wireless
Affidabilità migliorata del processo di ricarica: la ricarica wireless è facile da usare ed evita che si stabilisca una connessione errata sui contatti.
Non farti sfuggire questo vantaggio tecnologico: se vuoi
valutare un lettore o un palmare con
ricarica wireless contattaci.
Se stai prendendo in considerazione la possibilità di
produrre in completa autonomia le etichette dei tuoi prodotti, devi partire con
il piede giusto e focalizzare l’attenzione su dettagli tecnici che, se
trascurati, rovineranno ogni tuo più aureo progetto.
Il successo di un’etichetta è un obiettivo da garantire
nel tempo, non si ferma al momento in cui il tuo layout viene realizzato dalla
stampante.
Un’etichetta ben progettata è la simbiosi stratificata di
varie scelte a catena, ognuna dipendente dall’altra.
Un numero sorprendente di fattori deve allinearsi per creare l’etichetta perfetta per il tuo prodotto e, soprattutto, i fattori differiscono a seconda delle condizioni ambientali a cui il tuo prodotto sarà esposto.
Vediamo con che ordine procedere per arrivare alla
soluzione ottimale.
FATTORE N.1 – Su che contenitore verrà applicata la tua
etichetta? Quale materiale? Quale forma?
Se il tuo contenitore è in plastica o in vetro,
tondeggiante o pianeggiante, consistente o comprimibile, richiederà
l’applicazione di un’etichetta appropriata sia per la sua possibile forma
(rettangolare, tonda, fustellata), che per il suo materiale (carta o
sintetica), nonché per il tipo di collante che più garantirà un’adesione a
lungo termine.
Analizzando la sinergia dei materiali, un
contenitore in vetro o metallo presenta una naturale affinità con l’adesivo,
mentre un contenitore in plastica necessita di un adesivo più aggressivo.
Se il contenitore ha un volume variabile
(tubo comprimibile, busta), non sarà possibile far aderire correttamente
un’etichetta realizzata con un materiale rigido come il poliestere o la carta.
Mentre il cliente consuma il prodotto vedrà una
progressiva e sgradevole sgualcitura dell’etichetta che conferirà al prodotto
un aspetto trascurato.
In questo caso è più professionale adottare per l’etichetta un materiale flessibile e garantire un’estetica durevole al tuo marchio.
La forma di una superficie può influenzare la
forza di un legame adesivo. Bottiglie e barattoli rotondi, inoltre, possono
presentare sfide che i contenitori a facciata piatta non presentano.
Infatti le curve distorcono le immagini sull’etichetta del prodotto, e tutto
appare irreale e destabilizzante.
Se vuoi che il tuo intero marchio e logo siano visibili sullo scaffale, devi ragionare in tre dimensioni quando progetti il tuo layout.
FATTORE N.2 – Quali condizioni ambientali influiranno sul
tuo prodotto?
Per tutto il suo ciclo di vita, se l’etichetta del
prodotto è esposta a umidità, luce solare, caldo e freddo estremi e rapidi
cambiamenti di temperatura, o all’aggressione di solventi e sostanze chimiche
devi utilizzare una tecnologia di stampa e un materiale in grado di resistere a
condizioni avverse.
Tutte queste condizioni minacciano di scolorire la stampa, allentare i legami adesivi e strappare i materiali.
Pensa a una bottiglia di birra o di vino.
Può variare dalla temperatura ambiente sugli scaffali di un rivenditore di birre artigianali, agli interni freddi del frigorifero di un cliente, all’immersione in ghiaccio e acqua all’interno di un dispositivo di raffreddamento, al sole ardente e calore di una stagione estiva.
In tutto questo altalenare di condizioni, l’etichetta deve continuare a fare il suo lavoro: rappresentare il tuo marchio.
I cambiamenti di temperatura causano l’espansione e la
contrazione di una superficie, dilatando l’etichetta del prodotto insieme ad
essa.
Contenitore ed etichetta svolgono ciascuno un ruolo
fondamentale per attrarre il cliente, ma l’adesivo è letteralmente la colla che
tiene tutto insieme.
Esistono molti tipi di adesivi per etichette e ognuno di
essi può offrire alcuni vantaggi e svantaggi.
Basi adesive: gomma o acrilico?
Esistono due basi primarie per la realizzazione di
adesivi per etichette: gomma e acrilico.
Non esiste davvero un’opzione standard e, a volte, le
esigenze personali non guidano verso una scelta univoca.
Fortunatamente, oltre alle basi adesive standard,
esistono degli adesivi rinforzati altamente specializzati per resistere alle
condizioni d’uso più discordanti.
L’adesivo giusto dipende
anche dalla funzione specifica dell’etichetta.
Le condizioni ambientali possono deteriorare anche l’aspetto cromatico dell’etichetta: in particolar modo l’esposizione alla luce è responsabile di un invecchiamento precoce delle tinte, già prima che il prodotto arrivi nelle mani del cliente, svalutando la sua visibilità sullo scaffale.
Analizzando l’anatomia di un’etichetta personalizzata, incontriamo
una stratificazione di elementi, quelli più esterni sono:
Il rivestimento
La vernice è un rivestimento liquido applicato sulla tua
etichetta per fornire un tocco estetico finale e una leggera protezione
dall’uso quotidiano.
Il laminato è un film trasparente che copre il frontale
dell’etichetta, offrendo una protezione extra-resistente alla luce solare,
all’umidità, alle sostanze chimiche o alla manipolazione.
L’inchiostro
L’inchiostro svolge la maggior parte delle comunicazioni
per l’etichetta. Può farlo in stile colorato, in bianco e nero, con testo,
disegni, foto o un mix di tutto.
Per le stampanti a getto di inchiostro:
Gli inchiostri a base di acqua sono un’opzione
conveniente e generano stampe dai colori brillanti e vivaci.
Sono meno resistenti e più inclini allo scolorimento
rispetto agli inchiostri pigmentati.
Gli inchiostri pigmentati
sono una buona scelta quando la durabilità è importante e non richiedono una
finitura protettiva sull’etichetta.
Gli inchiostri UV sono
durevoli, resistenti allo sbiadimento e ai prodotti chimici aggressivi.
Per le stampanti a trasferimento termico (stampa
monocromatica a caldo) esistono dei nastri inchiostranti con caratteristiche di
resistenza crescenti passando dal ribbon in cera, a quello in cera-resina
(mediamente resistente), fino al ribbon in resina (ultraresistente).
Materiale frontale dell’etichetta
Il materiale utilizzato per realizzare l’etichetta è la
superficie che contiene l’immagine stampata e fornisce la struttura dell’etichetta.
La carta è una scelta classica ed efficace per molte applicazioni.
È disponibile in molte opzioni: opaca, vergata, patinata, lucida, offrendo una varietà di look dal più naturale all’ high-tech.
Spesso
utilizzata su bottiglie e vasetti, la carta è una scelta sensata se l’etichetta
non deve sopportare l’esposizione all’acqua o altri elementi aggressivi.
Il film sintetico,
flessibile e resistente, è un’ottima scelta sia per ambienti umidi, sia dove
può essere contaminato con solventi e olii.
Un
materiale sintetico può variare dal vinile al polipropilene al poliestere, con
numerosi sottoinsiemi all’interno di ciascun tipo.
Ogni tipo di film ha caratteristiche, prezzi, durata diversi e come ripetiamo sempre la scelta giusta dipende dalla tua specifica applicazione.
FATTORE N.3 – Quale stampante è in grado di rappresentare
fedelmente il tuo marchio?
Dopo aver valutato i primi 2 fattori, è il momento di
capire come procedere per la vera e propria realizzazione grafica.
Se il tuo marchio ha già una storia, non puoi tradirlo
stampando etichette di bassa qualità estetica disattendendo le aspettative del
cliente target, e non allineandoti con i requisiti dei prodotti concorrenti.
Hai un marchio che segue una linea grafica
semplice e minimalista? Testi essenziali, un unico colore, immagini basilari?
Puoi orientarti verso una stampante a trasferimento termico (monocromatica).
Hai un design più ricco e comunicativo? Testi
abbondanti, vari colori, immagini con qualità fotografica?
Devi stampare a getto di inchiostro.
Entrambe le soluzioni vanno dimensionate in base alle
proprie necessità, considerando il volume di stampa annuo e la dimensione delle
etichette da produrre…calcoli da fare con carta e penna!
Ora mettiti nei panni del cliente che passeggia tra i
corridoi di un supermercato e vaga con lo sguardo tra centinaia di prodotti
esposti sugli scaffali.
Dove si soffermerà il suo sguardo trasformandosi dal
disorientato all’interessato? O ricadrà sul prodotto che già usa e conosce, o
su quello con l’etichetta più attraente.
Quindi, la scelta deve essere accurata e ponderata sui
tuoi requisiti di stampa.
FATTORE N. 4 – Quale metodo userai per applicare le tue
etichette sul contenitore?
Non c’è inconveniente peggiore che vedere un’etichetta
attaccata storta o piena di grinze seppur ben progettata!
Valutare una soluzione semi-automatica per l’applicazione delle etichette fa risparmiare tempo e aumenta la produttività.
Pur avendo affrontato le varie problematiche cercando di chiarire i vari aspetti tecnici, è evidente che la casistica è talmente articolata da richiedere la consulenza di una figura professionale esperta.
Come abbiamo detto all’inizio di questo articolo è importante partire con il piede giusto: risparmiamo tempo e denaro!
Se hai una linea di prodotti cosmetici da proporre sul mercato, oltre alla funzione promozionale dell’etichetta con grafica e logo personalizzati, hai l’obbligo di riportare delle informazioni in caratteri indelebili, facilmente leggibili e visibili, sia sul recipiente che sul suo imballaggio, conformemente all’articolo 19 del Regolamento (CE) n. 1223/2009 del Parlamento europeo e del Consiglio
Cosa è necessario far apparire in etichetta?
Una dichiarazione di identità: indica la
natura e l’uso del prodotto attraverso un nome proprio o di fantasia o
un’illustrazione comprensibile dal cliente
Il nome o la ragione sociale e l’indirizzo
della persona responsabile
Il contenuto nominale espresso in peso o in
volume (obbligatoriamente in italiano), con possibili deroghe per i campioni
gratuiti, per i monodose e per gli imballaggi con un contenuto inferiore a 5 g
o a 5 ml e gli imballaggi preconfezionati solitamente commercializzati per
insieme di pezzi
La data entro cui il prodotto può essere
utilizzato, se opportunamente conservato, entro cui continua a svolgere la sua
funzione iniziale (data di durata minima); tale data è preceduta dal simbolo
della clessidra o dalla dicitura «Usare preferibilmente entro:»
Per i prodotti con durata minima superiore a trenta mesi, invece, deve essere
riportata un’indicazione relativa al periodo di tempo espresso in mesi in cui
il prodotto, una volta aperto, può essere utilizzato senza effetti nocivi per
il consumatore, preceduta dal simbolo rappresentante un barattolo aperto o
dall’acronimo «PAO» (Period After Opening).
Sono oggetto di possibili
deroghe i prodotti monodose, i prodotti confezionati in modo tale da evitare il
contatto tra il cosmetico e l’ambiente circostante (aerosol) e i prodotti per i
quali il produttore certifichi che la formula è tale da impedire qualsiasi
rischio di deterioramento
Le precauzioni di impiego (necessariamente in
italiano).
In caso di impossibilità
pratica di riportare sul contenitore o sull’imballaggio esterno le precauzioni
particolari per l’impiego, queste devono essere contenute in un foglio di
istruzioni, una fascetta o un cartellino allegati.
A tali indicazioni il
consumatore deve essere rinviato mediante un’indicazione abbreviata (vedere
foglio illustrativo)
Il numero del lotto di fabbricazione o il
riferimento che permetta di identificare il prodotto cosmetico
Il Paese d’origine per i prodotti fabbricati
in paesi extra UE. È obbligatorio riportare «made in …»
La funzione del prodotto cosmetico, salvo se
risulta dalla sua presentazione
Ad
esempio, la funzione del rossetto è chiara. Tuttavia, una crema depilatoria non
può essere etichettata solo come “crema”, ma va specificata la sua
funzione depilatoria
Gli ingredienti impiegati nei prodotti
cosmetici devono essere riportati secondo la denominazione comune degli
ingredienti contenuta nel glossario stabilito dall’UE (Decisione UE
2019/701), e riportati in ordine decrescente di prevalenza.
I
composti odoranti e aromatizzanti e le loro materie prime sono riportati
nell’elenco degli ingredienti con il termine generico di «parfum» o
«aroma». Invece, le sostanze odoranti e aromatizzanti, che sono state definite
come potenzialmente allergizzanti e la cui esplicita indicazione è prescritta
per legge, sono riportate con le loro specifiche denominazioni nell’elenco
degli ingredienti di seguito ai termini “parfum” e “aroma”.
Tutti gli ingredienti presenti sotto forma di
nanomateriali sono chiaramente indicati nell’elenco degli ingredienti. Alla
dicitura «nano», tra parentesi, segue la denominazione di tali
ingredienti.
Per i prodotti cosmetici da trucco immessi sul mercato
in varie sfumature di colore, possono essere menzionati in una stessa etichetta
tutti i coloranti diversi da quelli utilizzati nella gamma specifica a
condizione di aggiungervi le parole «può contenere» o il
simbolo «+/-».
Non
sono considerati ingredienti le impurezze contenute nelle materie prime
utilizzate, le sostanze tecniche secondarie utilizzate nella miscela ma che non
compaiono nella composizione del prodotto finito.
Cosa è facoltativo far apparire in etichetta?
Altre dichiarazioni in etichetta possono essere un buon
modo per distinguersi dai concorrenti, specialmente se una determinata
affermazione è qualcosa che può essere un fattore promozionale per il tuo
pubblico di destinazione, purché sia veritiera e non fuorviante.
Questi tipi di claims includono:
Organico/Biologico
Senza crudeltà/Non testato su animali
Senza alcool/Parabeni/Coloranti/Conservanti o altri ingredienti mal tollerati
Ipoallergenico/Nichel free
Per la vendita nella grande distribuzione è opportuno prevedere lo spazio per immettere il codice a barre.
Stampa e applica le tue etichette in autonomia
In generale, 22°C e il 50% di umidità relativa sono ideali per lo stoccaggio, ma potresti non avere sempre un magazzino climatizzato a tua disposizione.
La stampa in autonomia delle etichette, con la
possibilità di stampare quando e come vuoi il numero di etichette
effettivamente occorrente, ti permette di scavalcare una serie di inconvenienti
ambientali relativi allo stoccaggio.
Con la stampa in autonomia puoi anche variare all’istante qualsiasi tipo di informazione riportata in etichetta, ed inserire i dati variabili relativi alla produzione in corso.
Scelta del metodo di stampa
Se stai pensando di stampare in autonomia le tue
etichette, puoi valutare tra due metodi di stampa, completamente differenti,
quale possa realizzare il tuo stile grafico:
Stampanti a trasferimento termico: stampa
monocromatica, ideale per uno stile grafico minimalista.
Il trasferimento termico imprime a caldo il colore di un nastro (ribbon) sull’etichetta.
Guarda questo video sulla stampa a trasferimento termico:
Oltre ai colori standard, il nastro è disponibile anche in raffinatissime tinte metallizzate, che conferiscono molto pregio alle stampe. Scegliendo un’etichetta in materiale sintetico come il polipropilene , il poliestere o il pvc e un ribbon in resina si assicura la resistenza della stampa all’umidità, agli olii e ai solventi.
Di seguito un video sui ribbon metallizzati:
È anche possibile ottenere più colori sulla stessa etichetta ripassandola in stampa più volte, con ribbon di colori differenti, guarda il video:
Stampanti a getto di inchiostro: se la tua grafica è multicolore, con immagini o sfumature elaborate, testi in colori differenziati, una stampante a getto di inchiostro è quella che corrisponde alle tue esigenze.
Puoi anche sommare le due tecnologie di stampa,
imprimendo con la stampante a trasferimento termico dei particolari
metallizzati, su un’etichetta prestampata a colori.
Guarda il risultato di questa particolare sincronia grafica:
Come scegliere la stampante adatta alle tue esigenze?
Le etichette dei prodotti cosmetici sono veramente
affascinanti, siano esse sobrie e minimaliste, siano esse fantasiose e accattivanti.
Un progetto grafico impegnativo richiede una stampante
performante, e nel caso specifico della cosmesi, servono colori persistenti
alle aggressioni chimiche, idriche e ambientali.
I parametri per scegliere la stampante idonea alla tua
produzione di etichette, sia nel caso della stampa a trasferimento termico sia
nel caso della stampa a getto di inchiostro sono tre:
Volume di stampa (numero di etichette
prodotte l’anno): se produci tante etichette ti occorrerà una stampante
semi-industriale o industriale
Dimensione dell’etichetta: etichette grandi
richiedono una larghezza di stampa superiore
Grafica dell’etichetta: se nel tuo layout
sono presenti testi piccoli, immagini complesse, linee sottili come spesso
accade nel settore cosmetico, avrai bisogno di una stampante con una
risoluzione elevata per ottenere una stampa in alta qualità
Per un’accurata valutazione di questi tre parametri è opportuno affidarsi ad un tecnico specializzato, ed evitare assolutamente un incauto acquisto online privo di consulenza.
Per avere una panoramica dettagliata delle varie opzioni, ti consiglio di leggere alcuni articoli che descrivono le specifiche tecniche di varie stampanti proposte dalle case costruttrici più importanti, in termini di rapporto tra promesse e risultato finale di stampa:
Molto probabilmente la tua linea di prodotti avrà formati
di contenitori di vario genere (bottiglie, spruzzatori, vasetti, tubi,
contagocce), quindi dovrai progettare altrettanti layout e prevedere materiali
diversi su cui stampare, e adesivi idonei ad ogni superficie, a seconda che la
tua etichetta andrà applicata su un contenitore rigido o deformabile, in
plastica o in vetro.
Per il settore cosmetico è opportuno usare etichette
resistenti ai solventi e all’umidità, affinché sia il tuo marchio sia le
informazioni restino visibili e leggibili per tutto il ciclo di vita del
prodotto, nelle sue condizioni d’uso quotidiano.
Questa caratteristica di impermeabilità e resistenza è
garantita da etichette in materiale sintetico, come il poliestere e il
polipropilene.
Su qualsiasi materiale puoi migliorare la stabilità della
stampa nel tempo applicando dei film di rifinitura post-stampa.
Forma e dimensione dell’etichetta
I contenitori di prodotti dalla forma unica e stravagante
possono rendere l’imballaggio accattivante.
Tuttavia, progettare l’etichetta giusta che si adatti al
contenitore può presentare qualche difficoltà.
La soluzione più semplice e immediata è l’adozione di una
stampante con taglierina integrata che può tagliare etichette di altezze
diverse da un rotolo continuo a larghezza fissa.
Questa soluzione è ideale se la linea di contenitori in uso è sostanzialmente cilindrica o piana.
Guarda questo video per capire l’utilità della taglierina
Se il contenitore è conico o affusolato, non conviene applicarci un’etichetta rettangolare: potrebbero verificarsi grinze o, se fortunatamente riesce l’applicazione, comunque la grafica risulterebbe distorta e sgradevole, che si traduce in un design generale dell’imballaggio non professionale.
In questo caso la forma dell’etichetta che combacia perfettamente con il contenitore avrà una linea di demarcazione curva, ottenibile con un preciso progetto di taglio (fustellatura) personalizzato per il contenitore specifico.
Qualsiasi sia la forma del contenitore, dalla più
semplice alla più complessa, è sempre opportuno fare delle prove preliminari
per individuare, tra le varie opzioni, la forma e la dimensione dell’etichetta
che meglio si adatta al tuo contenitore.
Raddoppia lo spazio delle informazioni
Etichette double face
I contenitori in materiale trasparente possono
beneficiare di etichette a doppia faccia, ossia stampate fronte e retro.
Queste etichette offrono il doppio dello spazio per
commercializzare i tuoi prodotti e possono aggiungere profondità e originalità
al tuo contenitore dalla forma unica.
Mentre le informazioni importanti devono essere chiaramente visualizzate sulla parte anteriore dell’etichetta, il secondo lato può essere utilizzato per aggiungere una sorpresa, uno sfondo a motivi o uno slogan accattivante per cui potresti non avere spazio sul lato primario.
Conclusioni
Abbiamo scandagliato vari aspetti dell’etichettatura per
prodotti cosmetici, da quelli normativi a quelli prettamente tecnici.
Informarsi è fondamentale per compiere una scelta
consapevole, è il modo più razionale per intuire quanto sia professionale la
guida di un tecnico competente.
Se stai cercando una soluzione di stampa affidabile, se hai bisogno di un progetto grafico o se ti occorre un consiglio per iniziare a stampare le etichette in autonomia, contattaci.
Danea EasyFatt versione Enterprise permette la gestione del
magazzino con i terminali portatili.
La prima e fondamentale considerazione da sottolineare sull’utilizzo di un palmare con Danea è che non è possibile utilizzarlo in tempo reale, cioè non si è connessi direttamente con il database di Danea.
I terminali lavorano stand-alone, cioè trasmettono
i dati in modalità asincrona.
Quindi si inseriscono prima i dati sul palmare, poi
si trasferiscono ad un PC in modalità wifi o con cavo e successivamente possono
essere importati in Danea.
Danea EasyFatt è un gestionale ampiamente diffuso perché è semplice ed economico e implementa molte funzionalità per la gestione del magazzino e della contabilità.
Per la grande richiesta abbiamo sviluppato GestMA, una soluzione
Android per gestire velocemente e senza errori il magazzino tramite palmari Android
con lettore di codici a barre integrato.
In quale menù di Danea EasyFatt è possibile
utilizzare l’applicazione GestMA?
In ogni tipologia
di documento Danea, entrando nel menù documenti ( preventivi, ordini clienti,
documenti di trasporto, fatture, arrivi merce ecc. ), in righe documento
troverete una voce in basso a destra “importa da terminale portatile”, funzione
che permette di importare un file generato da un terminale portatile
Nel Menù
magazzino ( movimenti e inventario ) troverete sempre la voce “importa da
terminale portatile”
Tramite un palmare portatile in Danea posso gestire le seguenti informazioni inerenti i prodotti già inseriti in Danea:
• Articolo
• Quantità
• Lotto\seriale
• Data
scadenza
È importante chiarire che con un palmare non posso creare nuovi articoli, ma solamente posso gestire i prodotti esistenti.
Vediamo come funziona GestMA
Il menù iniziale presenta 6 funzioni di utilizzo
LEGGI: immissione dei campi previsti dall’applicazione suddivisi in due sottomenù e salvati in un database temporaneo:
inserimento dati
di testata ( Operazione )
inserimento dati
di carico ( Articolo , Quantità, Lotto\seriale, Data scadenza )
CREA FILE RISULTATO: tutte le letture salvate nel database temporaneo
vengono scritte sul file di output ed il database verrà cancellato, cosi si è
pronti ad una nuova operazione di lettura.
ELIMINA LETTURE:elimina
tutte le letture del file in uso, ma non elimina i file di output.
IMPORTA ANAGRAFICA PRODOTTI: funzione utilizzata per l’inserimento
dell’anagrafica articoli, tramite il protocollo ftp o connessione diretta del
terminale al PC tramite cavo USB.
Il
file dovrà essere un “csv” nominato articoli.csv con tre campi:
Codice
Descrizione
Giacenza
INVIO FILE A PC: funzione utilizzata per il trasferimento dei file
tramite protocollo FTP, se precedentemente configurato.
INFORMAZIONI: informazioni
versione applicazione
Prima di iniziare ad utilizzare l’app GestMA,
possiamo importare anche le anagrafiche degli articoli di Danea con la relativa
giacenza, cosi ad ogni lettura del codice di un prodotto verrà visualizzata la
descrizione e la giacenza, per facilitare le attività dell’operatore.
L’applicazione permette in un’unica maschera di leggere il codice a barre dell’articolo, inserire le relative quantità sia con parte intera che decimale e dove previsto anche il lotto\seriale e la data scadenza. Inoltre, per ogni inserimento effettuato è possibile apportare delle modifiche prima di trasferire i dati al PC.
Ad nuova operazione (arrivo merce, ddt, scarico
magazzino) possiamo assegnare un nome specifico, che sarà anche parte della
descrizione del file generato, in questo modo è possibile gestire più ordini o arrivi merce: il software
genererà un file per ogni singola operazione.
Una funzione molto utile è la trasmissione dei file da inviare al PC
tramite wifi con il protocollo FTP, per garantire una maggiore mobilità e un risparmio
di tempo rispetto alle trasmissioni con cavo.
Guarda il nostro video
Se ti occorre una soluzione efficace per Danea EasyFatt con palmare portatile contattaci
Lo spazio bianco è la parte dell’etichetta lasciata non contrassegnata, lo spazio vuoto tra gli elementi.
Lo
spazio bianco non deve essere bianco. Può essere di qualsiasi colore, trama,
motivo o persino un’immagine di sfondo.
Lo
spazio bianco non è semplicemente uno spazio “vuoto”, è un elemento
importante del design che consente agli oggetti di coesistere.
L’equilibrio
tra spazio positivo (pieno) e spazio negativo (vuoto) è la chiave della
composizione estetica.
Un’etichetta
affollata di testo o grafica con pochissimo spazio bianco corre il rischio di
apparire asfissiante e difficile da leggere.
Le
persone si sentono frustrate quando le informazioni le bombardano. Siamo umani,
non macchine!
Un
po’di spazio in più tra il testo e gli altri elementi può aiutare a definire i
messaggi chiave del marchio, le informazioni sul prodotto e altre dichiarazioni
cruciali.
Lo
spazio bianco è sottovalutato come il silenzio tra le note musicali.
Un
buon uso dello spazio bianco può dare a un’etichetta un aspetto curato,
elegante e ricco.
Lo spazio bianco ci calma, ci guida, permettendoci di “respirare”.
In breve, un ampio spazio bianco raggiunge tre benefici:
• Migliora la leggibilità. Lo spazio tra testo ed
elementi aiuta a definire il contenuto e facilita la lettura.
• Aumenta l’attenzione. Lo spazio bianco è un modo
efficace per attirare l’attenzione degli utenti su un elemento particolare.
Circondare l’elemento con uno spazio bianco lo fa risaltare.
• Crea
il tono giusto. L’uso dello spazio bianco comunica intrinsecamente un senso
di equilibrio, freschezza ed eleganza per il tuo prodotto, incrementando il
valore percepito.
Queste qualità sono piuttosto interessanti per gli acquirenti.
Come si crea lo spazio bianco?
Passaggio 1 – RACCOGLI tutte le informazioni e la grafica che desideri sulla tua etichetta
Passaggio 2 – POSIZIONA gli elementi di testo e grafici sull’etichetta.
In
questo momento, non pensare a come apparirà il risultato finale, semplicemente
posiziona tutto all’interno dei confini della dimensione finale prevista
dell’etichetta.
Passaggio 3 – ELIMINA qualsiasi testo non necessario e modifica il testo per ridurre la lunghezza dei paragrafi.
Passaggio 4 – GUARDA le immagini che hai inserito: aggiungono valore? Elimina quelle che non lo fanno.
Per un sito Web, un’App, o un cartellone pubblicitario valgono
gli stessi principi.
Come in un dipinto lo spazio bianco è la tela in cui è
rappresentata la scena: è lo sfondo che tiene insieme gli elementi in un
disegno, permettendo loro di distinguersi.
Dov’è lo spazio bianco?
Lo spazio bianco è comunemente classificato in base alla
densità del micro spazio bianco e alla sua relazione con lo spazio bianco
macro.
Stiamo parlando di rapporti e proporzioni.
Lo spazio bianco è un ottimo strumento per bilanciare gli
elementi di design e organizzare meglio i contenuti, per migliorare
l’esperienza di comunicazione visiva.
Micro spazio bianco
Puoi trovarlo tra righe e paragrafi, incluso lo spazio
tra i glifi tipografici (caratteri leggibili), e tra le immagini.
Lo spazio bianco micro ha un impatto diretto sulla leggibilità dei contenuti. Ad esempio, uno spazio bianco marginale che circonda i paragrafi influisce sulla velocità e la comprensione della lettura dell’utente.
Se il testo appare al di fuori dei paragrafi regolari, le persone lo leggono più lentamente.
Che tu abbia poco o molto testo sulla tua etichetta,
queste parole devono risaltare. Le tue etichette devono educare e incuriosire i
clienti a prima vista, quindi il testo illeggibile è un problema serio.
Macro spazio bianco
Lo spazio bianco macro è il grande spazio tra i principali elementi e lo spazio che circonda il layout, funge da contenitore del design complessivo.
Probabilmente il miglior esempio di sito Web che implementa intensamente (ed efficacemente) lo spazio bianco macro è la homepage di Google.
L’aspetto iconico di Google è meravigliosamente semplice e calmante, perché non c’è disordine, c’è meno lavoro per i tuoi occhi e la tua mente.
Puoi concentrarti sul motivo per cui sei lì: cercare qualcosa!
All’inizio, le connessioni Internet erano molto più lente e i visitatori aspettavano il download della pagina nonostante tutto fosse già sullo schermo, perché non erano abituati a vedere così tanto spazio bianco!
I progettisti di Google hanno deciso di aggiungere l’avviso di copyright nella parte inferiore della pagina affinché gli utenti sapessero che la pagina era stata caricata completamente.
Cosa determina quanto e quale spazio bianco dovresti
usare?
L’uso di macro e micro spazi dipende dai seguenti
fattori:
Contenuto: con più
informazioni nel layout, saranno disponibili meno quantità di spazio bianco
macro. Per compensare questo, il volume del micro spazio bianco aumenterà.
Questo compromesso è vitale; altrimenti, le etichette
sarebbero blocchi di dati solidi, estremamente difficili da leggere!
Design: il design influenza il
rapporto tra micro e macro spazi bianchi nel layout.
Il designer sceglie lo stile. Ciò può orientare il layout
su un tipo di spazio bianco o su un altro.
Utente: il giusto equilibrio tra
macro e micro spazi bianchi dipende dal target dei clienti a cui è destinato il
nostro prodotto o servizio.
Non esiste una “regola empirica” da
applicare, il gradimento o meno va sondato.
Messaggio di branding:
l’utilizzo di spazi bianchi può suggerire il budget di un’azienda e quindi la
qualità del prodotto.
Un grande uso dello spazio bianco macro ispira qualità e
selezione, sincerità e minimalismo del marchio.
Lo spazio bianco comunica valore: se vuoi che la tua etichetta imposti un determinato tono, a volte il meno vale di più.
Come migliora la leggibilità?
Oltre alla differenziazione tra spazio bianco micro e
macro, puoi anche considerare lo spazio bianco come attivo o passivo.
Spazio bianco passivo: viene
applicato per migliorare la visibilità del testo senza guidare l’utente
attraverso un ritmo di lettura.
Ad esempio, lo spazio bianco tra glifi dei caratteri e l’interlinea
funzionano in questo modo.
Spazio bianco attivo: è lo spazio bianco utilizzato per migliorare la struttura e l’estetica della pagina, aiutare il cliente nella comprensione della lettura seguendo un flusso di contenuti specifici.
Sul lato sinistro dell’immagine, il testo non ha alcuna reale quantità di spazio bianco tra caratteri, righe, paragrafi.
Notiamo subito che la mancanza di spazio bianco rende il testo schiacciato e compresso.
Nell’esempio centrale, abbiamo aggiunto dello spazio bianco passivo, semplicemente maggiorando l’interlinea (micro).
Noti quanto più facilmente puoi leggerlo rispetto al primo?
In generale, maggiore è la spaziatura, migliore sarà l’esperienza dell’utente durante la lettura (anche se una spaziatura eccessiva delle righe può rendere le linee disconnesse).
Passando all’esempio sul lato destro, abbiamo aggiunto uno spazio bianco attivo per guidarci attraverso il testo.
Quel duro “muro di testo” che abbiamo visto per la prima volta è diventato qualcosa di strutturato in un formato confortevole.
È possibile utilizzare molti metodi visivi per mettere in
evidenza elementi specifici; uno è giocare con la quantità di spazio bianco
attorno ai punti focali. Le industrie del branding e della stampa applicano varie
teorie per attirare l’attenzione sui messaggi del marchio.
Lo spazio bianco chiarisce le relazioni
L’intero layout deriva dalla somma delle sue parti e le
relazioni di contenuto sono definite dallo spazio bianco circostante.
La “Legge di prossimità” afferma che gli oggetti vicini
l’uno all’altro sembrano simili. In questo caso lo spazio bianco funge da
segnale visivo.
Analizziamo per esempio l’immagine qui sotto:
Quasi tutti coloro che vedono questa immagine notano due gruppi di cerchi, anziché semplicemente 12 cerchi.
I cerchi sono tutti identici e l’unica differenza tra
loro è la quantità di spazi bianchi che li separa.
È possibile raggruppare gli elementi diminuendo lo spazio
tra loro e aumentando lo spazio tra loro e altri elementi della pagina.
Lo spazio bianco attira l’attenzione
Hai qualcosa di veramente interessante da evidenziare sulla
tua etichetta e vuoi essere sicuro che la gente se ne accorga? Non mettere
nulla accanto.
I designer possono utilizzare gli spazi bianchi per
comunicare a colpo d’occhio gli elementi chiave.
C’è una relazione tra distanza e attenzione: una distanza
maggiore forza l’attenzione. La mancanza di altri elementi enfatizzerà gli elementi
esistenti.
Quindi: più spazi bianchi circondano un oggetto, più l’occhio è attratto da esso.
Lo spazio bianco crea una gerarchia visiva
Quando lo spazio bianco viene utilizzato in modo appropriato, si consente un flusso visivo e un equilibrio generali, che a loro volta aiutano a comunicare l’intento del design. Gli spazi bianchi producono simmetria o asimmetria.
Usando la simmetria è possibile creare un layout
bilanciato con parti destra e sinistra ugualmente importanti.
Mentre l’asimmetria attira l’attenzione:
L’asimmetria è ottima per calamitare il cliente su una
particolare area.
Quando un elemento usa uno spazio asimmetrico, si
distingue dagli altri elementi circostanti.
Conclusione
Lo spazio bianco non è uno spazio sprecato, bensì un
potente strumento di progettazione.
Può essere altrettanto importante dello spazio occupato
da immagini, testo o altri oggetti perché anche lo spazio vuoto ha uno scopo:
supportare l’integrità visiva di un layout.